Venezia

Stemma:

D’azzurro al leone d’oro posto in maestà (in moleca) alato e nimbato d’oro, tenente fra gli artigli il libro aperto dell’Evangelo su cui sta scritto, a lettere nere, il motto “Pax tibi Marce evangelista meus”. Capo del Littorio: di rosso (porpora) al Fascio Littorio d’oro circondato da due rami di quercia e di alloro annodati da un nastro dai colori nazionali. Lo scudo, di forma veneta, sarà cimato dal corno dogale cinto da corona a fioroni.

Sigillo:

Il leone di San Marco dello stemma è affiancato da due fasci littori, con la leggenda CITTÀ’ DI VENEZIA.

Gonfalone:

Drappo di colore rosso, seminato di stelle d’oro, al leone di San Marco passante d’oro, con le zampe anteriori, di cui la destra con il libro dell’Evangelo, poggianti sulla terra da cui si erge una fortezza, e con le posteriori nell’acqua. Intorno al drappo una bordura con fregi d’oro e immagini sacre rappresentanti i quattro evangelisti, l’annunciazione e la Sacra Colomba. Il drappo terminerà con sei code ornate di simboli di guerra.

Bandiera:

Drappo interzato in palo, di verde, di bianco e di rosso col campo verde caricato da un quadretto di rosso al leone di San Marco d’oro passante.

A Venezia, quando c’è la luna, par di passeggiare in una acquaforte

Carlo Dossi

MURANO


Murano è una delle principali isole della laguna ed è famosa per la tradizione del vetro soffiato. Da secoli la vita di questa piccola isola ruota intorno alle fornaci in cui si realizzano oggetti in vetro venduti in tutto il mondo. Murano ha la forma di una piccola Venezia: è formata da 9 piccole isole unite da ponti con in mezzo il Canal Grande.

Immagini prese da: “fieramadeinitaly”, “living.excite.it”, “dimensionemendez.wordpress.com”, “tiqets.com”

Come sono arrivati i vetrai a Murano?

La straordinaria capacità di creare il vetro è, in realtà, un’attività molto difficile e molto pericolosa. Per questo nel 1295 la Serenissima Repubblica di Venezia decise il trasferimento di tutte le fornace per la lavorazione del vetro sull’isola di Murano. Le costruzioni dell’epoca erano interamente in legno, ed è facile immaginare i danni che gli incendi di edifici così grandi potessero causare. Ma l’idea di trasferire sull’isola tutte le attività vetrarie fu anche il tentativo, da parte della Repubblica, di controllare ed evitare la diffusioni di informazioni relative alle principali tecniche di manipolazione del vetro. I vetrai erano costretti a vivere sull’isola e potevano lasciare Venezia solo in seguito ad uno speciale permesso. L’intera attività era sotto il controllo diretto della Serenissima. Nonostante il controllo censorio della Repubblica molti Maestri riuscirono a scappare, portando la loro arte in tutto il mondo.


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Immagine presa da: “CRAL”

La Basilica di San Marco fu iniziata dal Doge Domenico Contarini nel 1063 e continuata dal suo successore Domenico Selvo per poi essere terminata dal Doge Vitale Falier. Solo nel 1617 è stata però completata con l’inserimento di due altari.
Proprio a causa della lungo periodo necessario per costruire la Basilica non la si può attribuire ad un singolo stile artistico ed è per questo che viene riconosciuta come uno stile architettonico romanico-bizantino e gotico.
La Basilica è dotata di cinque cupole simili ad una moschea, precisamente alla moschea di Santa Sofia di Istanbul (vecchia Costantinopoli).

La Basilica si caratterizza per snodarsi in larghezza e ciò è dovuto al fatto che la città di Venezia si appoggia su un terreno sabbioso e quindi meno stabile e in questo modo il peso della costruzione era distribuito in maniera più equilibrato.


Basilica di San Marco


La Basilica di San Marco è un monumento imperdibile per i milioni di visitatori che ogni anno si riversano a Venezia, essendo uno dei simboli principali della città.
Si trova in Piazza San Marco, il cuore di Venezia, ed è la chiesa principale della città nonché cattedrale dal 1807 e sede del patriarca. È testimonianza della grandezza di Venezia oltre ad essere il tempio di vita civile e di fede religiosa.
Si estende per una lunghezza di 76,5 metri e per una larghezza di 62,60 mentre la cupola centrale è alta 43 metri.
Per circa mille anni ha avuto la funzione di Cappella Ducale e quindi di dipendenza
diretta dal Doge e la funzione di Chiesa di Stato. Per questo motivo era sede di cerimonie ufficiali come la benedizione dei soldati che partivano per la guerra o l’esposizione delle bandiere strappate ai nemici.
La Basilica contiene le spoglie dell’Evangelista San Marco, un tempo custodite ad Alessandria d’Egitto ma trafugate da due mercanti veneziani.
La Chiesa con il passare dei secoli ha subito varie trasformazioni e si è arricchita di tesori e ricchezze, molte delle quali provenienti dall’Oriente, da cui ci può subito notare l’influenza.

Fegato alla veneziana


Il fegato si cucina da sempre ed è tra le frattaglie, quella che più comunemente si trasforma in pietanza. Ci sono testimonianze dell’uso del fegato già in epoca romana nel De re Coquinaria di Apicio. Il fegato in latino era indicato col nome di iecur, Apicio aveva l’abitudine, per far sì che il fegato ingrassasse oltre misura, di nutrire gli animali (soprattutto maiali e oche), con i fichi: da qui il nome “iecur ficatum” (fegato coi fichi) poi divenuto solo ficatum e trasformato in fegato.

Piatto che rappresenta non solo Venezia ma il Veneto

I sapienti veneziani sostituirono i fichi con le sio’le (le cipolle), diffuse in laguna, e che riuscivano a smorzare il gusto del fegato altrettanto bene dei fichi. Evidentemente la variante veneziana fu molto apprezzata al punto da essere citata nell’Apicio moderno scritto da Francesco Leonardi nel 1790, con la ricetta Fegato di mongana alla veneziana (la mongana è la vitella da latte).

Immagine presa da: “.ITVENEZIA”



Ma quando siamo usciti, stanchi e intontiti, dalla stazione di Venezia e abbiamo visto il Canal Grande e i palazzi marmorei che sfioravano l’acqua melmosa, quel gioiello di cultura che si dondolava sui canali fetidi e muffosi, abbiamo improvvisamente compreso quanto forte e tenace è l’uomo e quanto meraviglioso è il suo spirito, e si è destato in noi un tale amore per l’umanità, l’umanità con le sue pene e le sue epidemie; e siamo penetrati ad occhi aperti dentro un sogno, perché Venezia è il sogno di ogni città….

Abraham Yeshoua

Mieczysław Kozłowski

L’anima di Venezia sono le sue maschere.”


Tiziano Scarpa

“Stai camminando sopra una sterminata foresta capovolta, stai passeggiando sopra un incredibile bosco alla rovescia.”


Enzo Biagi

“Venezia ha un suo ritmo da sempre: e bisogna scoprirlo passeggiando per le viuzze o girando per i canali, meglio su una barca silenziosa.”


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